Droni e Satelliti nella Agricoltura di Precisione

21/12/2020 di Gabriel Tibaldi



Telerilevamento in agricoltura 

Il monitoraggio dei campi avviene attraverso la tecnica del remote sensing, vale a dire un rilevamento a distanza (telerilevamento) che fino a qualche anno fa combaciava perfettamente con la sola tecnologia satellitare.

Con il recente utilizzo in ambito civile dei droni, tale monitoraggio può anche essere demandato a questi apparecchi, estremamente funzionali e facili da utilizzare.

Ancora oggi molti tendono a confondere i due approcci, ma in realtà le differenze sono sensibili.

L’importanza del telerilevamento in agricoltura  

Anzitutto vediamo perché è fondamentale ampliare il concetto di precisione in agricoltura attraverso le analisi dall’alto.

Monitorare il campo attraverso l’utilizzo di droni o satelliti fa sì che il lavoro conseguente  sia estremamente razionale.

Ad esempio la specificità delle informazioni sono tali da ridurre, fin da subito, l’utilizzo di fitofarmaci.

Le statistiche dicono che troppo spesso i trattamenti vengono ripetuti anche quando non necessario, proprio perché non si hanno a disposizione dati precisi sulle caratteristiche del terreno.

La famosa locuzione latina “Melius abundare quam deficere” non può valere nell’agricoltura del 2020. Viceversa, la parola d’ordine deve essere “ottimizzazione”.

Mai come oggi è possibile analizzare le caratteristiche fisiche e biochimiche del terreno in modo da intervenire sull’efficienza dell’intero processo produttivo.

Droni e satelliti, ad esempio, consentono di risparmiare fino ad un 33% di acqua.

Il telerilevamento permette inoltre una tracciabilità dei prodotti estremamente sensibile e duratura nel tempo.

Meglio drone o satellite? 

I dispositivi SAPR (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, comunemente detti “droni”) sono senz’altro più precisi rispetto all’analisi satellitare.

I sensori telemetrici dei droni consentono analisi del territorio decisamente accurate.

L’analisi dello spettro elettromagnetico del terreno restituisce informazioni fondamentali per capire dove e come irrigare di più (o di meno), dove vi sia un aumento di infestanti e dove il campo necessita di cure particolari, con una sensibilità prossima alla perfezione assoluta.

Un’altra peculiarità del drone è il fatto di essere un servizio a comando (on-demand). Il drone si può accendere e spegnere quando si vuole e se questo da una parte può essere un vantaggio, sui lunghi tempi potrebbe essere un aspetto negativo.

I droni, debitamente programmati, lavorano in totale autonomia, elaborando i dati analizzati e restituendo reportistiche di fondamentale importanza per il lavoro dell’agricoltore.

I droni stampano vere e proprie “ricette” da somministrare al territorio, informando direttamente sulla riduzione dei pesticidi e sulla quantità di semenza eventualmente da rimpinguare, disegnando, al tempo stesso, mappe molto puntuali su dove intervenire.

La costanza satellitare consente di rilevare quei problemi tanto rari nel tempo quanto estremamente dannosi.

Esistono numerosi satelliti che acquisiscono immagini multispettrali dallo spazio. Tra i più comuni troviamo Sentinel-2, Landsat 8, Planetscope, Sky Sat.

Quando si parla di satelliti è fondamentale differenziare tra risoluzione spaziale, ovvero la grandezza dei pixel che costituiscono l’immagine satellitare e la risoluzione temporale, cioè la disponibilità temporale di queste informazioni/immagini satellitari.

Ad esempio, Landsat 8 fornisce dati con risoluzione spaziale di 30m, mentre Sentinel-2 di 10, 20 o 60 m (a seconda della banda), Planetscope di 3m e SkySat di 1m. La risoluzione temporale invece è nella maggior parte dei casi regolare. Landsat 8 è disponibile ogni 16 giorni, mentre Sentinel-2 ogni 3/5 giorni (a seconda delle zone). Planetscope e Skysat hanno una risoluzione giornaliera.

La risoluzione temporale regolare determina una disponibilità del dato in più fasi della stagione colturale; ma bisogna anche ricordare che nei giorni di transito del satellite, in cui l’area in esame è coperta da nuvole, il dato non è utilizzabile.

Quindi, quale scegliere?

La risposta come sempre in questi casi è dipende.

Tra i fattori che influenzano la scelta ci sono sicuramente:

  • la grandezza dell’appezzamento di terreno da monitorare,
  • il rapporto costi/benefici,
  • le caratteristiche delle colture

Se vuoi sapere di più su questo fantastico mondo unisciti al nostro ecosistema!



Scopri di più

e

CONTATTACI per entrare anche tu nel mondo dei dati!





Articoli correlati

Oidio della Vite: cos'è e come prevenirlo

Scopri cos'è l'Oidio della Vite e come prevenirlo: segui i nostri consigli per mantenere la salute della vite e la qualità delle uve

Leggi >

Quali sono i parassiti che infestano le viti

I principali parassiti ed insetti della vite: caratteristiche generali, sintomi e metodi per combatterli.

Leggi >

La peronospora: cos'è e quali colture attacca?

Analizziamo le principali colture che questa malattia colpisce, quali sono i possibili rimedi, come essa incide sull’ecosistema e come la tecnologia ci può essere d’aiuto, in connubio con l’esperienza degli agricoltori e i rimedi tradizionali, per prevenirla.

Leggi >

Le malattie della vite: l'elenco completo dalla A alla Z

Le principali malattie della vite: le cause, gli effetti e i metodi principali utilizzati per curarle o prevederne l’avvento.

Leggi >

La peronospora della vite

Che tu sia un viticoltore alle prime armi o un esperto con un ventennio di vendemmie alle spalle, questa malattia patogena fungina torna, di anno in anno, a tormentarti.

Leggi >

Viticoltura di precisione e qualità del prodotto finale

Le moderne tecniche di zonazione non solo consentono notevoli risparmi in termini di materia prima, ma hanno anche effetti considerevoli sulla qualità del prodotto finito.

Leggi >