16/02/2021 di Gabriel Tibaldi
Nel 2050 saremo 10 miliardi.
A dirlo è l’Onu e la previsione si focalizza soprattutto sull’aumento della domanda agricola, che stresserà ulteriormente le risorse naturali.
Se non adotteremo metodologie per salvaguardare il territorio, arriveremo ad un punto di non ritorno oltre il quale non sarà più possibile né sfamare tutti né correre ai ripari in termini ambientali..
La denutrizione e la sottonutrizione sono una piaga mondiale destinata ad acuirsi negli anni.
L’agricoltura di precisione nasce dall’incontro tra Internet e il lavoro dei campi.
È un mondo piuttosto recente, ma dalle prospettive molto interessanti: con l’utilizzo di una tecnologia raffinata, ma accessibile a tutti, l’agricoltura di precisione è in grado di restituire un’analisi dettagliata sullo stato di salute dei campi, consentendo interventi mirati e soluzioni efficaci.
Se vogliamo che la forbice che vede da una parte l’aumento della popolazione e dall’altra la fame nel mondo, si chiuda sempre più, dovremo affidarci per forza di cose alle recenti tecnologie.
Droni e satelliti supportano l’agricoltura di precisione nel rendere il lavoro più razionale ed equilibrato in termini di risorse.
Ne giova l’agricoltore, che risparmia soldi, e ne giova l’ambiente.
Nonostante i numerosi appelli della politica, non ultimo quello dell’ex Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, l’Italia non si è ancora adattata in modo sostanziale all’agricoltura di precisione.
Si calcola che solo un misero 1% del territorio sia gestito attraverso l’utilizzo delle tecnologie più moderne.
I nostri vicini europei, Francia, Gran Bretagna e Germania, se la passano decisamente meglio: sono anni che la parabola nell’utilizzo di pratiche riconducibili all’agricoltura di precisione cresce; oggi siamo arrivati ad un 25% circa di terreno lavorato in modo circostanziato, eco sostenibile e proficuo.
Il paese leader sono gli Stati Uniti, dove ormai l’agricoltura di precisione è un dato di fatto entrato nella quotidianità di agricoltori e consumatori.
L’Italia fornisce il 18% del valore aggiunto di tutto il sistema agricolo europeo, staccando paesi più tecnologici come la Germania (9%) e la Francia(17,5%).
L’Italia vanta una quantità e una qualità di prodotti che l’hanno resa famosa nel mondo, nonostante i sussidi siano tra i più bassi dell’intera Unione Europea.
Oltre che per la predisposizione mentale della popolazione, che generalmente mal digerisce i cambiamenti, il fatto che lo Stato non supporti adeguatamente gli investimenti è un altro fattore negativo.
Il ritardo italiano è ancor più preoccupante se pensiamo che uno degli ambiti nei quali primeggia, rischia di venir superato da quei paesi che stanno utilizzando i sistemi legati all’agricoltura di precisione già da diversi anni.
L’ambito vitivinicolo, infatti, ha bisogno di interventi mirati fin nei minimi particolari, cosa che la Francia sta facendo sempre di più proprio grazie all’agricoltura di precisione.
Attraverso l’utilizzo di droni, satelliti e tutta la serie di tecnologie messe a disposizione dall’agricoltura di precisione, l’incidenza delle malattie fungine viene drasticamente abbattuta fino a spegnersi del tutto.
Purtroppo solo il Veneto sta attuando, con risultati enormemente soddisfacenti, alcuni tentativi legati all’agricoltura di precisione.
Grazie all’utilizzo di software che restituiscono dati fondamentali, come quelli meteorologici, i viticoltori sono in grado di prevedere con largo anticipo lo sviluppo di eventuali patogeni.
I software non si limitano a questo, ma interagiscono anche a livello pratico suggerendo gli interventi mirati.
Il viticoltore, ogni giorno, interroga il software che gli dà una prima indicazione circa il livello di rischio di infezioni: basso, medio, alto.
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